I PROTAGONISTI
“Era la sera di San Carlo (4 novembre 1847), dicono i Genovesi che non hanno ancora perduto la ricordanza di quella memorabile giornata. Carlo Alberto, arrivato nel pomeriggio, tornava da una corsa fatta a cavallo per la città. Lo scortavano i suoi ufficiali, lo seguiva e attorniava a bandiere spiegate a fiaccole accese, fra grida tumultuarie un’immensa turba di popolo. Giunto alla porta del Reale Palazzo, il Re dura fatica a rompere la calca e ad aprirsi un passaggio; egli è come prigioniero del suo popolo: una selva di mani, molte delle quali forse incallite dal remo, forse calde ancora della stretta dei Carbonari e dei Mazziniani, increscioso contatto per un Re, si stendono verso di lui e toccano quasi la sua persona; quando un giovane dalle membra gagliarde e dal piglio risoluto, che pareva il capo e l’anima di tutto quel popolo, si spicca dalla folla, si avventa dinanzi al Re, agguanta con pugno robusto le redini del suo cavallo e con voce secca e squillante gli grida:
“Sire, passate il Ticino e siamo tutti con voi.”
E’ fama che a quelle audaci parole, che parevano uscire dalle viscere stesse del popolo e compendiare il patto che fin d’allora l’Italia proponeva a casa di Savoia, re Carlo Alberto si turbasse e impallidisse.
Il giovane che le aveva pronunciate chiamavasi Nino Bixio.”
(G.Guerzoni, “La vita di Nino Bixio”, G.Barbera Editore, 1875)
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