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TRACCE SUL TERRITORIODopo la rivolta di Palermo del gennaio ’48, il movimento insurrezionale si allargò a tutta la Sic…


TRACCE SUL TERRITORIO

Dopo la rivolta di Palermo del gennaio ’48, il movimento insurrezionale si allargò a tutta la Sicilia.
Ovunque i soldati borbonici si ritirarono, spesso senza combattere, e opposero una vera resistenza solo a Messina.
La città sullo stretto era dominata da una gigantesca fortezza a forma di stella a cinque punte strutturata in modo tale da poter rivolgere le armi sia verso mare che verso terra.

L’ordine del re Ferdinando II era di tenere ad ogni costo Messina, poiché la città rappresentava la testa di ponte indispensabile per la riconquista della Sicilia insorta.
Si decise di bombardare la città con l’artiglieria a disposizione nelle molte fortezze ma la popolazione offrì una compatta resistenza e passò poi alla controffensiva, prendendo come obiettivo le guarnigioni minori e i forti più deboli.

Fra queste, il 1º febbraio, i siciliani attaccavano Forte Gonzaga, che s’arrendeva dopo una resistenza quasi nulla.

Il Forte sorge sulla cima del Colle del Tirone (o Monte Piselli) e fu fatto costruire intorno al 1540, dal condottiero Ferrante Gonzaga Viceré di Sicilia nell’ambito della realizzazione di un imponente sistema difensivo esteso all’intera città, ordinata dall’Imperatore Carlo V d’Asburgo.

Oggi è proprietà del Comune di Messina che ne sta curando la valorizzazione.

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