Costruito tra il 1850 e il 1852, inizialmente era dedicato a Santa Caterina, ma venne poi ufficialmente intitolato al barone Heinrich von Hess, generale d’artiglieria, Capo di Stato Maggiore nell’armata di Radetzky e sottoscrittore dell’Armistizio di Salasco. Dopo il 1866 tornò ad essere chiamato Forte S. Caterina.
Per la campagna del 1866 era stato armato complessivamente con 33 bocche da fuoco, di cui 2 a canna rigata, alcune delle quali battevano l’Adige e il terreno tra il fiume e S. Michele; altre battevano il terreno davanti a Tombetta, la strada di S. Giovanni Lupatoto e quella di accesso al forte di Cà Vecchia. Incrociava inoltre il tiro con i forti Kaiserin Elisabeth e Cà Vecchia.
E’ uno dei pochi esempi di forti austriaci dotati di doppia linea di fuoco. In quest’opera è stata particolarmente studiata la distribuzione dei locali, tutti a prova di bomba, coperti da perfette volte in muratura di mattoni, da spesso strato di asfalto contro le infiltrazioni di acqua e da uno strato di circa due metri e mezzo di terra. Al centro si eleva un grande ridotto ed una polveriera protetta, ambedue in collegamento attraverso comode gallerie ai vari elementi del forte.
Nel ridotto e nelle opere murate verso la gola, sono stati ricavati locali destinati a dormitori per la truppa e per gli ufficiali, laboratori per riparazioni, uffici, depositi di materiali non esplodenti, magazzini per pane e viveri , cucine, scuderie. Fuori dell’opera principale, tra il fronte di gola e il fiume, erano inoltre ricavate due batterie protette da parapetto e munite di proprie riservette e ricoveri che potevano battere l’alveo dell’Adige e la strada d’accesso al forte.
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